Quella notte del 16 marzo

Vincenzo Magliocco, criminale di guerra

A quasi vent’anni dall’assassinio di Dax non dimentichiamo quello che è successo la notte del 16 marzo 2003.

Studiamo la storia in anni di pacificazione e non possiamo non riconoscere quanto poco sia metabolizzato il nostro passato fascista e coloniale e ci rendiamo conto che pacificare il passato non ha altro obiettivo che renderlo di nuovo pronto per essere utilizzato.

Cosa è successo a Dax quella notte del 16 marzo? Atteso fuori da un bar è stato accoltellato da chi aveva premeditato di colpire un antifascista. E a colpire sono stati ancora una volta i fascisti.

Quante volte questo è successo nella storia? Da quando le prime bande di fascisti cominciavano a organizzarsi per prendere potere omicidi, aggressioni, intimidazioni sono stati sempre all’ordine del giorno. Bastava essere socialista, fare attività sindacale, rifiutarsi di servire i fascisti nel proprio negozio o intervenire durante un pestaggio e correre in soccorso di qualche malcapitato per essere accoltellato, trovarsi l’attività distrutta, finire la propria vita seduto su una sedia, riconsegnato alla famiglia con la testa spaccata per essere “caduti dalle scale” sul posto di lavoro.

Le analogie ci si presentano ancora più angoscianti se pensiamo a come la storia delle comunità venga annientata dai sistemi di coercizione messi in atto dal potere. Dove è stato aggredito Dax? E dove i protofascisti compivano le loro scorribande? Le strade, le piazze non sono semplicemente il luogo fisico dove le persone si spostano per raggiungere luoghi di lavoro o case private. Lo spazio pubblico è il luogo dove le persone diventano comunità, dove la storia viene scritta a favore dei popoli e dove per questo motivo il potere utilizza tutti gli strumenti a sua disposizione per mettere in soggezione gli individui.

È forse per questo che nessuna via del quartiere Stadera dove Dax abitava è stata mai dedicata a un partigiano nonostante sia il quartiere col più alto numero di lapidi di tutta la città e fosse già ai tempi del fascismo il quartiere che rifiutava i toponimi che il fascismo voleva affibiargli. 

Le strade sono nostre, le piazze sono nostre, non accettiamo che i nostri spazi siano totalizzati dai nomi dei fascisti e dei colonialisti e che anche in tempo di “pace” la loro presenza debba attraversare le nostre vite.

Vogliamo restituito lo spazio della nostra storia, vogliamo i nomi dei nostri partigiani e delle nostre partigiane nelle strade dei quartieri che abitiamo a ricordarci che la storia e l’antifascismo ci accompagnano sempre, a ricordarci che la ribellione è viva, che Dax è vivo.

Milano Sud Antifascista, Collettivo ZAM, Rete Student_ Milano, GTA Gratosoglio Autogestita

In avvicinamento alle giornate per ricordare Dax, le nostre consuete passeggiate antifasciste riscrivono nomi e significati del nostro municipio. Assieme alla @Rete Studenti Milano condividiamo l’unico messaggio possibile: non c’è spazio per fascisti, razzisti, sessisti e qualsivoglia nefandezza.
#daxvive

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Marika Zanchetta ha detto:

    Buongiorno,scrivo da Conegliano (TV), dove c’è un intervento da fare per

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    1. J ha detto:

      Per?

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