

A meno di due settimane dall’8 marzo – data della nascita di piazza Violet Gibson a Palermo – la targa affissa per ricordare l’antifascista che attentò alla vita di Mussolini nel 1926, è stata staccata e spaccata in alcuni punti.
La targa era stata apposta nella piazza tra via Alloro e vicolo della Neve dalla Rete Anticoloniale Siciliana e faceva parte di un intervento congiunto di guerriglia odonomastica della Federazione delle Resistenze che aveva celebrato Violet Gibson anche in altre città italiane: Bologna, Carpi, Milano, Padova e Reggio Emilia.
L’intervento di guerriglia odonomastica a Palermo era stato supportato da Non Una Di Meno Palermo, Forum Antirazzista Palermo, Assemblea Anarchica Palermitana e Assemblea delle Lucciole.
La violenza espressa sulla targa di Violet Gibson lascia amareggiati e allo stesso tempo fa riflettere sulle questioni irrisolte del nostro passato (e quindi del nostro presente) che sono sempre sottese all’odonomastica. In apparenza neutrali e poco significanti per la maggior parte dei cittadini, i nomi delle strade e delle piazze, quando rinarrati o modificati – ad esempio con azioni di guerriglia odonomastica – ridiventano luoghi di conflitto, di riflessione e di discussione. Questo perché la guerriglia rompe quell’apparente neutralità e disturba il lungo sonno degli spettri del passato fascista e coloniale. Spettri che a Palermo, come altrove in Italia, sono oggi vivi più che mai.

Alle riflessioni si è aggiunto un pronto intervento di restauro perché la targa continui a farci ricordare le gesta di quest’audace antifascista.