
Odonomastica, pasta, marina militare. Sembra una sciarada, ma se proviamo a risolvere l’enigma e a unire i puntini la soluzione spalanca un abisso carico di implicazioni “psicostoriche”.
Mettiamo in fila due notizie recenti e una di qualche mese fa.
1. Il Comitato per le Commemorazioni della città di Dublino approva all’unanimità l’affissione di una targa al civico 12 di Merrion Square per ricordare Violet Gibson mentre a Bologna la commissione toponomastica propone con successo diversi nuovi odonimi1, tre di essi sono figure legate al colonialismo italiano: Antonio Baldacci, Luigi Amedeo Giuseppe Maria Ferdinando Francesco di Savoia primo duca degli Abruzzi e Benedetto XV.
2. All’inizio dell’anno si è scatenato un piccolo vespaio attorno alla campagna di marketing del pastificio La Molisana con cui si voleva celebrare la stagione del colonialismo italiano. Una lugubre operazione commerciale dedicata alla riesumazione di alcuni formati di pasta liquidata come una svista dall’ufficio stampa che ha provato a mettere la proverbiale pezza a uno scivolone clamoroso in termini di pubblicità, ma mentre il pastificio correva goffamente ai ripari, non sono mancate le levate di scudo intrise di vittimismo, strizzatine d’occhio, paternalismo soporifero, arrampicate sugli specchi e supercazzole imbarazzanti.
3. La Marina Militare celebra da giorni attacchi e battaglie navali compiute durante la Seconda guerra mondiale dal regime fascista contro la Grecia. Come ricorda “il Post”: L’invasione della Grecia fu uno dei molti umilianti fallimenti delle forze armate italiane durante la Seconda guerra mondiale, nonostante la Marina parli di “una serie di successi”: e la Xª Flottiglia MAS diventò famosa soprattutto per essersi ricostituita dopo l’armistizio come corpo militare della Repubblica di Salò, restando fedele a Benito Mussolini anche dopo la fine del regime. Per questo viene spesso ricordata e celebrata da gruppi di estrema destra e neofascisti.
Le intitolazioni alle nuove strade vengono proposte da una commissione comunale ad hoc ai consiglieri di quartiere che devono votare per accogliere o meno la proposta degli esperti. Come abbiamo visto, tra le mani dei consiglieri possono arrivare documenti copiati da Wikipedia senza troppe cerimonie, i consiglieri, confidando nel giudizio dei sedicenti esperti nominati dal comune, spesso non approfondiscono e le città si ritrovano invase da nomi di guerrafondai, criminali di guerra e compagnia brutta senza quasi accorgersene (l’Italia è infestata da un’armata di spettri carichi di medaglie di questo tipo… Ci torneremo in Aprile).
Ma come ci arriva a quell’elenco di odonimi la commissione? E da quanto tempo esiste quella lista?
Se gli odonimi destinati a finire su un cartello fossero il frutto di un ‘catalogo’ accumulato nel tempo, si potrebbe pensare che il loro anacronismo sia legato a quell’accumulo. Un nome proposto decenni orsono, oggi potrebbe collidere con la metabolizzazione sociale della storia o con l’evoluzione degli studi storici.
Nomi che “andavano bene” fino a qualche anno fa, oggi non sono più adatti a rappresentare la società contemporanea o a costruire il romanzo di una città. Ritrovarsi nel 2021, dopo l’impatto mediatico di Black Lives Matter per citare uno dei tanti movimenti che hanno puntato i riflettori su certe tematiche, con una città che intitola strade, giardini e rotonde a colonialisti, fascisti e sostenitori di guerre giuste oltremare, non è solo grottesco, è fuori dal tempo.
Le commissioni toponomastiche non dovrebbero forse lavorare anche in questa direzione? O servono solo a spuntare acriticamente le voci da una lista polverosa costringendo le città a subire il loro incantesimo burocratico. Se invece le proposte delle commissioni sono una scelta contemporanea, allora la questione è tutt’altra e ha a che fare con una politica revisionista fatta in barba alle città e alla cittadinanza.
Che l’Italia del Novecento, in termini storici, abbia poco da celebrare (Resistenza a parte) è un dato di fatto: colonialismo, fascismo, campi di concentramento, leggi razziali, due guerre mondiali dalla “parte sbagliata” – con tanto di voltafaccia finale – non sono cose che andrebbero sbandierate eppure finiscono nelle campagne di marketing, agli incroci delle strade che attraversiamo ogni giorno e nei siti ufficiali delle istituzioni.
Abbiamo un problema, e grosso anche.
La soluzione della sciarada spalanca un abisso perché punta in una direzione tanto lugubre quanto rivoltante. Se la celebrazione degli orrori del passato non è frutto di distrazione, incompetenza, disattenzione, automatismi o ignoranza è figlia di un’intenzione.
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1 Meno di un terzo dedicati a donne, nonostante l’assessora comunale e presidente della Commissione consultiva per la denominazione delle vie cittadine Virgina Gieri l’abbia rivendicato sulla stampa locale come un successo per la “toponomastica femminile”. Cfr. Le vie dedicate alle donne sono una realtà, “Il Resto del Carlino”, 18 marzo 2021, .
Ciao, non mi funziona il link “La Marina Militare celebra da giorni attacchi e battaglie navali compiute durante la Seconda guerra mondiale dal regime fascista contro la Grecia.”.
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Grazie della segnalazione, ora sistemiamo il link… Nel frattempo puoi leggere l’articolo qui: https://www.ilpost.it/flashes/marina-militare-celebra-battaglie-fascismo/
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