Doppio appuntamento con RIC per il 19 febbraio

ll dono dell’ubiquità porta RIC in Romagna e in Toscana per un doppio appuntamento dedicato a Yekatit 12. A Ravenna l’ANPI incontra la storica Mariana E. Califano, mentre a Siena il Bhutan Clan inaugura l’anno accademico dell’università per stranieri con la suite (anti)coloniale…

La Sezione “Natalina Vacchi” dell’ANPI di Ravenna incontra Resistenze in Cirenaica per tirare qualche filo e scoperchiare il vaso di Pandora della nostra “avventura” coloniale. L’appuntamento ravennate è per le 16 al cippo che ricorda la divisione “Pavia”, che combatté in Africa settentrionale durante la Seconda guerra mondiale, situato vicino alla fontana del giardino di fronte al MAR, in Via di Roma. Da lì, alle 17, ci si trasferirà alla sala “Silvio Buzzi” in Viale Berlinguer 11.

L’appuntamento senese, invece, è per le 11 del mattino nell’aula magna Virginia Woolf. Con la resident band di RIC ci saranno Tommaso Montanari, Sara Ferrilli, Paola Giachi, Andrea Simone e Igiaba Scego. L’evento potrà essere seguito in streaming.


Nel nostro paese del colonialismo italiano si parla poco (e spesso male), ridotto ad alcuni scarni paragrafi nei libri scolastici, per decenni è stato liquidato come un evento marginale della nostra storia fino quasi a sparire travolto dal mito dell’italiano brava gente, del colonizzatore buono, simpatico e un po’ cialtrone. Eppure le vie, le piazze, i monumenti e le città raccontano una storia diversa, basta saperla ascoltare. Il colonialismo italiano è ovunque, si annida nei cartelli stradali, nei bassorilievi, nei cippi e nelle targhe con una schizofrenia che nessun altro paese ha mai manifestato. 
 
Albania, Austria, Bosnia-Erzegovina, Cina, Croazia, Eritrea, Etiopia, Grecia, Libia, Montenegro, Slovenia, Somalia. Novant’anni, dal 1869 al 1960, da Giolitti alla Democrazia, dal Regno alla Repubblica, passando per il fascismo: invasioni, guerre, deportazioni, campi di concentramento, stragi di civili, stupri, massacri, pulizie etniche, italianizzazione forzata, rapina delle risorse. Tre quarti della nostra storia rimossi, ridotti a una scrollata di spalle o a una battuta. 
 
Dal 2015, il cantiere culturale bolognese Resistenze in Cirenaica, formato da storici, filosofi, attivisti, artisti e cittadini, racconta la Storia e gli orrori del colonialismo italiano partendo da ciò che tutti hanno sotto gli occhi, ma non hanno mai guardato con attenzione: la toponomastica. Sono migliaia i toponimi italiani legati a doppia mandata alle vicende coloniali, li attraversiamo ogni giorno, hanno le risposte, basta saper trovare le domande: a chi o a cosa è dedicata quella strada? Cosa celebra? Perché? Chi lo ha deciso? Cosa racconta quel monumento? E quella lapide? 
 

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