Calendario Incivile, Desenzano decoloniale.

Terzo appuntamento con la rassegna “Calendario incivile, rinnegare per non restaurare”, proposta allo scopo di riaffermare l’opposizione del territorio all’opera di riabilitazione di contenuti politicamente equivoci, dissimulati attraverso il riferimento a fatti di carattere storico, spesso approcciati secondo prospettiva memoriale.

L’incontro “L’Italia coloniale e la politica dell’amnesia” ospiterà Mackda Ghebremariam Tesfaù e Alessandra Ferrini e si terrà venerdì 22 marzo presso la Casa dei Popoli Thomas Sankara di via Bagatta 7 a Desenzano del Garda. Aperitivo di auto finanziamento dalle ore 19, inizio della presentazione alle ore 21.

Promuovono l’iniziativa: Casa dei popoli Thomas Sankara, Arci Zambarda, Collettivo Gardesano Autonomo, ResetAll.

Partendo dal libro “L’Ascaro” scritto dal religioso eritreo e cosmopolita Abba Ghebreyesus Hailu nel 1927, si rifletterà su concetti quali modernità capitalista, colonialismo, patriarcato, razzismo e nazi fascismo. Tali concetti intrattengono tra loro relazioni storicamente oggettive ma dissimulate allo scopo di puntellare la struttura autoritaria sui cui si regge la facciata democratica delle nostre società, alle quali tuttavia si riferiscono quando necessitano di evocare forme di autolegittimazione. “L’Ascaro” è un testo che rappresenta “un tassello importante della storia letteraria africana e una testimonianza unica sul colonialismo italiano”, che ne denuncia la brutalità e che anticipa “le riflessioni post coloniali sugli effetti psicologici del colonialismo”.

Durante la serata verrà proiettato il documentario “Negotiating Amnesia” di Alessandra Ferrini, una ricerca composta da interviste, immagini d’archivio, analisi dei libri di testo delle scuole superiori italiane dal 1946, completato con l’aggiunta di aneddoti storici e personali. Il documentario ha l’obiettivo di mostrare la memoria contraddittoria e il razzismo che basava le politiche dell’epoca, per evidenziarne poi le sue conseguenze. Un film cui finalità è quella di far riflettere sulle responsabilità personali e collettive verso la violenza coloniale.

Gli effetti di queste responsabilità si ritengono ancor ben presenti nelle menti e nei territori: ci riferiamo ad esempio al salodiano Sergio Bresciani (Salò,1924-El Alamaini, 1942), che ancora oggi ci si ostina a definire “l’eroe infante”, quando in realtà fu vittima della propaganda fascista e carnefice nella difesa dell’impero per conto del fascismo su suolo africano. Ma non fu allora “eroina infante”, la partigiana valsabbina Gloria Elsa Pelizzari (Roè Volciano,1929-2022) che fu vittima del patriarcato al suo ritorno nel dopoguerra, umiliata e biasimata per aver lottato assieme ai compagni uomini per ideali ben diversi da quelli per i quali sacrificò la vita il diciottenne bresciani? Impero Fascista o Repubblica Antifiascista? Ancora nel 2016 ricordava come la gente la guardasse come “una poco di buono”, “l’umiliazione più grande” mai sopportata.

Le date di rilevanza nazionale cui la serata idealmente guarda sono quelle comprese fra il 19 febbraio, Yekatit 12 (massacro di Addis Abeba) ed il 21 maggio (massacro di Debre Libanos), che segnano l’inizio e la fine della fase più cruenta patita dalle popolazioni d’Etiopia a causa dei pogrom e delle campagne di ritorsione e rappresaglia condotte da esercito e coloniali italiani nel 1937 a seguito dell’attentato contro il Maresciallo Graziani che, nonostante le decine di migliaia di morti, ancora negli anni 50 pubblicò le sue memorie con il titolo “ho difeso la patria”.

La serata porterà a scoprire e a dare un senso a queste ed altre verità nascoste, ed ha l’obiettivo di contenere la narrazione che esalta certe ricorrenze e certi personaggi quantomeno ambigui: Giorgio Almirante, a cui è dedicata la sede di Fratelli d’Italia a Salò, l’idroscalo dell’aviazione italiana che ricorda Gabriale D’annunzio come uomo di pace per il volo su Vienna, la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini che molti comuni italiani si ostinano a voler mantenere, la riabilitazione del Bigio a Brescia, eccetera. Una narrazione falsa che si proverà a smontare con l’aiuto di due studiose.

Mackda Ghebremariam Tesfau’ è assegnista presso UniPr e docente a contratto presso UniPd, Iuav Venezia, Stanford Florence e NYU Florence. Nei suoi studi si occupa di razzializzazione e colonialità in ottica antirazzista. Ha co-tradotto Memorie della Piantagione, di Grada Kilomba, e Undrowned, di Alexis Pauline Gumbs. Mackda è inoltre tra le ideatrici della borsa di residenza e ricerca artistica dedicata ad Agitu Ideo Gudeta e promossa da Centrale Fies, Razzismo Brutta Storia e Black History Month Florence.

Alessandra Ferrini vive e lavora a Londra, è artista e ricercatrice, dottoranda alla University of the Arts London. Sperimentando con l’ibridazione del film documentario, la sua ricerca è impegnata a mettere in discussione le eredità del colonialismo e del fascismo italiani. Vincitrice del Maxxi Bvlgari Prize 2022 e dell’Experimenta Pitch Award al London Film Festival 2017, nel 2024 Alessandra è stata invitata alla 60a Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia curata da Adriano Pedrosa.

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