Reggio Emilia, azione su via 4 novembre

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Immagini, parole e fiori per mettere in evidenza il filo rosso che lega la storia coloniale al razzismo contemporaneo.

Sabato 5 novembre il collettivo Arbegnouc Urban* ha effettuato un intervento di guerriglia odonomastica in via 4 Novembre, la via di fronte alla stazione di Reggio Emilia che ricorda la fine della prima guerra mondiale.

Il 4 Novembre, con l’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti, si decreta l’annessione al territorio italiano delle città Trieste e Trento, caratterizzate da una forte presenza di italiani ma non solo. Proprio in quelle città, a seguito dell’annessione, seguirono feroci politiche assimilazioniste, che con il fascismo divennero ancora più violente. Non è un caso che Mussolini nel 1938 proprio a Trieste proclamò le leggi razziali in Italia.

Ma è altrettanto – se non più – importante ricordare il 5 novembre 1911, data in cui il Re firma il decreto di annessione della Libia all’Italia guidata all’ora dal governo Giolitti. Capire le basi di questo conflitto significa capire molto della nostra storia e della nostra modernità.

Proprio in questo contesto, infatti, viene forgiato il razzismo attuale: per l’Italia non c’è in ballo una semplice avventura coloniale, con la guerra in Libia si vuole dimostrare al mondo intero di essere al pari delle potenze occidentali. L’obiettivo è di sancire, armi in pugno, che gli italiani non sono una popolazione “inferiore” come i neri d’America. Una vera e propria opera di sbiancamento. L’Italia vuole diventare una potenza che si rispetti, quindi partecipare con successo alla spartizione dell’Africa, mostrare il proprio suprematismo biologico ed entrare di diritto nel mondo dei bianchi conquistatori. Questo atteggiamento conferirà un accento funesto a tutta la storia del colonialismo italiano.

L’inaspettata resistenza libica smentisce pubblicamente la propaganda italiana e scatena nei soldati invasori un furore animalesco che sfocia in una brutale repressione. Con l’intervento il collettivo ha voluto ricordare queste persone vittime dell’esercito italiano. E ha voluto ricordare il simbolo della resistenza libica: Omar Mukhtar, il leone del deserto, raffigurato con un disegno dell’artista Tricky.

Spesso nelle azioni del collettivo vengono effettuati cambi simbolici del nome delle strade. In questo intervento, invece, abbiamo proposto un cartello integrativo in Viale 4 Novembre dedicato a una delle tante vittime del razzismo in Italia: Youns El Bassetaoui, ragazzo di 38 anni di origine marocchina, ucciso con un colpo d’arma da fuoco dall’avvocato Massimo Adriatici, ex assessore alla sicurezza del Comune di Voghera e militante nel partito della Lega.

Caso questo emblematico della vera dimostrazione del razzismo strutturale nel nostro Paese. La morte di un uomo innocente, ucciso nell’indifferenza di un intero Paese non ha scusanti e mette chiaramente in evidenza che un partito come la Lega, presente nei governi nazionali e locali da anni, è un immenso alveo di politiche suprematiste e razziste. Non ne è la conseguenza, ma la causa. Restare in silenzio significa essere complici, chiudere la porta in faccia alla giustizia e alla dignità. Il nome di El Baassetaoui non bussa alle nostre coscienze ma graffia con le unghie!

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