
Questa sera verrà presentato anche il terzo quaderno.
Il n.3 dei Quaderni di Cirene è interamente dedicato ai segni e detriti lasciati dal ventennio fascista nel nostro paesaggio urbano: architetture controverse, monumenti, nomi di vie e piazze. Detriti sempre più spesso al centro di polemiche. Intorno ad essi si combatte una guerriglia per la maggior parte del tempo a bassa intensità, che ogni tanto sfocia in battaglie campali. Wu Ming 1 ne traccia l’andamento in un’inchiesta narrativa su Predappio, la «Betlemme dei neofascisti», dove nell’ex-Casa del Fascio si vuole costruire un ambiguo museo del fascismo. Valerio Monteventi e Alessandro Papa, come vuole l’ancora recente ma già definita tradizione di Resistenze in Cirenaica, raccontano di Bologna, – dove la toponomastica del regime è stata in gran parte smantellata nel dopoguerra, – riportandoci al 1938, anno XVII E.F. Infine, Jadel Andreetto (Kai Zen) ci offre un «viaggio sentimentale» per le vie di Bolzano/Bozen, la sua città, tra ricordi di giovinezza e faschistische relikten.
Questa è la storia di un paesino infestato da un funesto genius loci.
Questa è la storia di strade che cambiano nome per cambiare il mondo. Questa è la storia di una guerriglia toponomastica.
Questa è la storia di una città che è due città e dei suoi abitanti le cui particelle vibrano a frequenze subatomiche diverse.
È una storia di magia e di incantesimi, di spettri e di cripte.
È una storia di monumenti e di colonie, di heavy metal e di architetture, che dalla Romagna arriva a Bologna e in Sudtirolo.
È una storia in cui nessuno ha il diritto di obbedire.