Che genere di città?

Padova, via Pietro Toselli rinominata via Kebedech Seyoum

Le città ci parlano e ci raccontano che gli spazi urbani sono segnati da un’iniqua rappresentanza tra figure maschili e femminili. Nella città di Padova solo 74 vie su 1441 sono intitolate a donne ed è per questo che la Commissione Pari Opportunità del Comune, in collaborazione con la Commissione Toponomastica, ha promosso l’intitolazione delle rotonde cittadine ancora senza nome esclusivamente ad alcune protagoniste della storia.

Saranno 25 le rotonde di Padova intitolate a figure che si sono spese in molteplici campi: la centralissima rotatoria con fontana della Stanga celebrerà le Madri Costituenti, la “rotonda fagiolo” in zona Stanga prenderà il nome dell’icona del neorealismo Anna Magnani, quella di Porta Trento ricorderà la poeta Alda Merini e molte altre verranno dedicate a Eva Mameli, Christine de Pizan e Fina Buzzacarini, Marcella Di Folco – leader del Movimento Identità Transessuale – e a varie studiose.

Oltre all’intitolazione la Commissione ha proposto di affiancare delle targhe biografiche per fornire ai passanti l’opportunità di approfondire le storie di ciascuna di loro, fantasmi invisibili non solo negli spazi urbani, ma anche nei libri di scuola, nei quali sono spesso relegate al ruolo di muse ispiratrici, personaggi indiretti e non vengono mai trattate come protagoniste.

L’organizzazione dello spazio urbano, la sua suddivisione, le architetture, la toponomastica e l’odonomastica sono sempre stata di dominio maschile. L’attenzione alla riscrittura del romanzo cittadino di alcune istituzioni di Padova, come di altre città, prendono spesso spunto dalle proposte e dalle pratiche promosse “dal basso”. Da Nord a Sud, negli ultimi tempi vari esempi di guerriglia odonomastica hanno puntato i riflettori sulla cronica assenza di odonimi femminili nelle nostre strade. Molte azioni hanno infatti ricordato, attraverso targhe mobili o permanenti, alcune donne che hanno fatto la storia, ma che sono rimaste nell’ombra – da Vinka Kitarović a Violet Gibson.

Nella stragrande maggioranza dei casi parchi, strade, piazzali e scuole sono intitolate a uomini e in molti casi a uomini che rappresentano un passato di cui andare poco fieri come Pietro Toselli, Vittorio Bottego, Italo Balbo, Rodolfo Graziani e Giorgio Almirante – a cui è stata dedicata una via lo scorso gennaio in un paese del leccese. Alle donne e alle loro straordinarie storie di resistenze rimangono solo le rotonde?

In alto: Bologna, piazzetta degli Umarells rinominata piazzetta delle Partigiane. In basso: Milano, via Mogadiscio rinominata piazza Isabella Marincola.




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