Vi aspettiamo questa sera al VAG 61 di via Paolo Fabbri 110 a Bologna per la presentazione del IV Quaderno di Cirene dedicato alle donne delle resistenze e i melologhi (i reading sonorizzati) in compagnia del dipartimento elettronico del Bhutan Clan.
Per tutelare la salute di tuttə il numero di accessi sarà limitato. Inoltre chiediamo a chi intende frequentare gli spazi di Vag61 di farlo osservando alcune precauzioni, come l’uso della mascherina, il distanziamento fisico e il rispetto della disposizione dello spazio. È importante lasciare il proprio nome e recapito, in caso qualcunə risultasse positivə. Se hai sintomi influenzali rimani a casa. Tutte le indicazioni saranno disponibili all’ingresso.
Autogestione è uno spazio sicuro per tuttə
Domani, sabato 3 ottobre, una delegazione di RIC sarà a Reggio Emilia per l’iniziativa organizzata da Arbegnuoc Urbani, collettivo che si occupa di antirazzismo e antifascismo attraverso la guerriglia odonomastica – un’azione che cambia i nomi alle strade che percorriamo ogni giorno. Il nome deriva dai partigiani etiopici – Arbegnuoc – che si opposero all’occupazione italiana.

Via Makallè – una strada della città, una storia coloniale
Sabato 3 ottobre alle 14 di fronte al Polo scolastico di via Makallè, Reggio Emilia.
I nativi americani chiamarono sentiero delle lacrime la strada che percorsero nella deportazione dalle loro terre alla riserve dove vennero confinati. Una strada segnata da dolore, supremazia bianca e sterminio. Tanti sono i sentieri delle lacrime nella odonomastica della città di Reggio Emilia. Portano nomi esotici come Makallè e raccontano il passato coloniale italiano, il tempo dei carnefici che hanno preferito dimenticare. È proprio su questo passato che il colonialismo si coniuga con un presente spietato, fatto di deportazioni in Libia ed espulsioni dallo spazio urbano, di sfruttamento sui posti di lavoro e forme di esclusione sociale, di razzismo e violenza di genere. Per trasformare questo presente dobbiamo fare i conti con il nostro passato. Sabato 3 ottobre cercheremo di farlo partendo dal nome di una via, mettendo in evidenza la sua storia coloniale attraverso racconti storici, performance teatrali e interventi nello spazio pubblico.