Non siamo soli là fuori. Dinamo Press ha pubblicato un comunicato in cui si racconta di un intervento notturno sulla toponomastica romana molto simile a quello avventuto in Cireanica a Bologna a settembre e a gennaio. Lo riportiamo qui di seguito:
“La memoria storica non è mai stata il punto forte dell’Italia. Sa dimenticare, manipolare e storpiare fatti ed eventi che hanno segnato il suo passato. Con il colonialismo ha invece scelto la via più facile, la rimozione.
Nulla viene raccontato ed elaborato collettivamente di quanto i governi e l’esercito italiani hanno fatto in paesi come Libia, Eritrea, Etiopia, Somalia. Non solo, spesso i crimini e gli orrori del colonialismo italiano sono addirittura celebrati nella forma più tradizionale: la dedicazione di una via. E così a Roma abbiamo vie dedicate ai massacri compiuti in Etiopia come quello dell’Amba Aradam, e un intero quartiere con le vie che ricordano i territori coloniali in Africa, quasi fossero un bel quadretto emotivo dei tempi andati e forse da qualcuno pure un po’ rimpianti.
A Bologna attivist* si sono già mobilitati da mesi per provare a disinnescare la narrazione tossica con cui il passato coloniale ci viene restituito. Lo facciamo anche a Roma, consapevoli che è un processo lungo e complesso, ma che è fondamentale iniziarlo, perché solo attraverso una lettura critica e alternativa su quello che è stato il nostro passato potremo affrontare il presente, lottando contro lo sfruttamento che continuiamo ad esercitare sui quei popoli e su quelle terre, e contro il razzismo oggi più che mai vivo contro chi da quei luoghi è costretto a fuggire e viene a vivere in Italia.
Speriamo di essere imitati e superati da tanti e tante, e poi torneremo! è solo l’inizio!
Per non rimuovere il passato e trasformare il presente rimandiamo all’evento di giovedì a La Città dell’Utopia, Social Cafè: Libia – Una storia tutta italiana di crimini e rimossi coloniali.
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